La
poesia ci insegna che i grandi pensieri vengono dal cuore. Affinché ciò accada
è necessario che il cuore sia messo a nudo. La nudità è la condizione
imprescindibile per scrivere della buona poesia.
Gerardo
Iacuzio è poeta autentico che nella nudità del suo essere intinge la penna per
scrivere non solo versi essenziali, cristallini e diretti, ma per raccontare,
inventando insieme a chi lo legge, la sua vita di uomo in mezzo agli uomini.
I
suoi versi entrano nel cuore, squarciano la mente. La disarmante semplicità della sua poesia evoca paesaggi dell’anima.
Non
è un caso che il suo nuovo libro si intitoli “Il nudo della vita”. Senza mai
nascondere i suoi disagi, con franchezza il nostro poeta si incammina sulla
strada della propria esistenza, scrivendo e annotando sul proprio diario interiore quella
sua strana follia creativa attraverso la quale egli rivendica sempre un diritto
alla parola .
Gerardo
si definisce il “poeta del centro d’igiene mentale” e la sua schizofrenia è una
dimensione creativa in cui da poeta egli riesce a vedere quello che la
normalità superficialmente guarda.
Nei
suoi poemetti in prosa Gerardo non smette mai di interrogarsi con l’intento di
riuscire sempre a trasmettere un’emozione.
Se
lo seguiamo nella narrazione della sua follia, subito ci accorgiamo che Gerardo
Iacuzio non si nasconde, ma nel rispetto della nudità della parola
"poetica" in cui fermamente crede, e nei suoi versi rilancia con
grande umanità il messaggio del diverso capovolgendo con
convinzione la situazione e affermando, a cuore aperto e nudo, che la
follia è un problema per gli altri, perché lui se la è sempre goduta.
A
proposito mi piace ricordare quello che scriveva Alda Merini : “Il manicomio,
visto da un certo lato, fa anche ridere, è una ilare oscenità. A volte la
cattiveria umana fa ridere. E anche la morte.
Io nascondo molto bene il dolore nell’ironia”.
“Il
nudo della vita” è il breviario di un’anima inquieta che non ha paura di
scommettere sulla propria coscienza e di osare con la poesia a entrare nei territori
scomodi dell’impronunciabile, dove risiede quella verità che ci rende umani
troppo umani, ma per comodità intellettuale abbiamo paura di abbracciare.
Nel
nudo della vita, Gerardo cerca gli altri, che è il principale motivo per il
quale scrive.
La
poesia che educa il cuore è la cifra stilistica e contenutistica che egli
sceglie per mettere in atto questa
corale comunicazione con il resto dell’umanità che lo circonda.
Il
poeta sa che tutta l’umanità fa parte di noi, ma non possiamo entrare
nell’intimo di nessuno.
Nel
suo libro Gerardo non solo descrive quello vede , ma inventa con gli occhi del
suo cuore messo a nudo la vita così
com’è, bella e complicata nelle piccole cose che tocchiamo.
Qui
gli enigmi dell’esistere si intrecciano e il poeta continua camminare sulla sua
strada , che incrocia quella degli altri, interrogandosi sul divenire , ma
anche alzando gli occhi al cielo perché egli desidera “andare oltre il
buongiorno” e porsi continuamente domande per non rinunciare ai suoi dubbi.
I grandi poeti sanno interrogare il vivente e allo stesso tempo sentirsi piccoli davanti al Creato.
I grandi poeti sanno interrogare il vivente e allo stesso tempo sentirsi piccoli davanti al Creato.
Forse
è per questo che avranno qualcosa da dire. Perché sanno stare al mondo mettendo
al nudo il loro cuore. E noi li ascolteremo perché sappiamo che portano la
verità.