lunedì 10 dicembre 2012

La nuda poesia




La poesia ci insegna che i grandi pensieri vengono dal cuore. Affinché ciò accada è necessario che il cuore sia messo a nudo. La nudità è la condizione imprescindibile per scrivere della buona poesia.
Gerardo Iacuzio è poeta autentico che nella nudità del suo essere intinge la penna per scrivere non solo versi essenziali, cristallini e diretti, ma per raccontare, inventando insieme a chi lo legge, la sua vita di uomo in mezzo agli uomini.
I suoi versi entrano nel cuore, squarciano la mente. La  disarmante semplicità  della sua poesia evoca paesaggi dell’anima.
Non è un caso che il suo nuovo libro si intitoli “Il nudo della vita”. Senza mai nascondere i suoi disagi, con franchezza il nostro poeta si incammina sulla strada della propria esistenza, scrivendo e  annotando sul proprio diario interiore quella sua strana follia creativa attraverso la quale egli rivendica sempre un diritto alla parola .
Gerardo si definisce il “poeta del centro  d’igiene mentale” e la sua schizofrenia è una dimensione creativa in cui da poeta egli riesce a vedere quello che la normalità superficialmente guarda.
Nei suoi poemetti in prosa Gerardo non smette mai di interrogarsi con l’intento di riuscire sempre a trasmettere un’emozione.
Se lo seguiamo nella narrazione della sua follia, subito ci accorgiamo che Gerardo Iacuzio non si nasconde, ma nel rispetto della nudità della parola "poetica" in cui fermamente crede, e nei suoi versi rilancia con grande umanità il messaggio del diverso capovolgendo   con   convinzione la situazione e affermando, a cuore aperto e nudo, che la follia è un problema per gli altri, perché lui se la è sempre goduta.
A proposito mi piace ricordare quello che scriveva Alda Merini : “Il manicomio, visto da un certo lato, fa anche ridere, è una ilare oscenità. A volte la cattiveria umana fa ridere. E anche la morte.  Io nascondo molto bene il dolore nell’ironia”.
“Il nudo della vita” è il breviario di un’anima inquieta che non ha paura di scommettere sulla propria coscienza e di osare con la poesia a entrare nei territori scomodi dell’impronunciabile, dove risiede quella verità che ci rende umani troppo umani, ma per comodità intellettuale abbiamo paura di abbracciare.
Nel nudo della vita, Gerardo cerca gli altri, che è il principale motivo per il quale scrive.
La poesia che educa il cuore è la cifra stilistica e contenutistica che egli sceglie per  mettere in atto questa corale comunicazione con il resto dell’umanità che lo circonda.
Il poeta sa che tutta l’umanità fa parte di noi, ma non possiamo entrare nell’intimo di nessuno.
Nel suo libro Gerardo non solo descrive quello vede , ma inventa con gli occhi del suo  cuore messo a nudo la vita così com’è, bella e complicata nelle piccole cose che tocchiamo.
Qui gli enigmi dell’esistere si intrecciano e il poeta continua camminare sulla sua strada , che incrocia quella degli altri, interrogandosi sul divenire , ma anche alzando gli occhi al cielo perché egli desidera “andare oltre il buongiorno” e porsi continuamente domande per non rinunciare ai suoi dubbi.
I grandi poeti sanno interrogare il vivente e allo stesso tempo sentirsi piccoli davanti al Creato.
Forse è per questo che avranno qualcosa da dire. Perché sanno stare al mondo mettendo al nudo il loro cuore. E noi li ascolteremo perché sappiamo che portano la verità.











































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